martedì 6 settembre 2016

Il pozzo dell'imperatore

Mentre ero tra le viuzze del centro storico, mi son avvicinata ad un giardino nascosto tra vecchie mure ed improvvisamente mi ha catturato l'attenzione un vecchio pozzo....




"Ecco guardatelo, questo è il pozzo dell'Imperatore Federico, situato nel centro di questo bellissimo giardino e con in sottofondo, ascoltate, il soave cinguettio degli augelli che fanno festa" 

Un giorno il pozzo, ha deciso di far conoscere ai più le vicissitudini vissute lungo l’arco della sua esistenza come lo scorrere delle sue acque, e con voce ferma e decisa annunciò: 

Voglio far conoscere a tutti i miei segreti. Adunate qui tutto intorno a me il popolo”.
Quando tutti giunsero nel giardino, all’ombra di fiori ed alberi, il pozzo si fermò a guardare tutti e cominciò: “ la mia vita è iniziata qui tanto tempo fa, l’imperatore mi coccolava raccontando la storia della sua famiglia. Tutti hanno attinto da me per la mia acqua, E poi per anni sono stato soffocato e chiuso. Non respiravo più. Ora mi sento rinato, sono stato scoperto e svuotato di tutto quello che nel tempo è stato gettato e la mia acqua è ancora in vita.
Intorno a me l’imperatore Federico offriva festosi banchetti, ricchi di odori, colori, suoni e sapori diversi che appagavano i 5 sensi. Quando lui morì la mia vita è cambiata, da me veniva la gente povera ma solo per prendere la mia acqua che scorreva nel mio fondale ma mi sentivo inutile, come se mi mancasse qualcosa.
E poi una mattina si avvicinò a me un contadino di nome Pinuccio che cominciò a parlarmi. Mi cominciò a raccontare giorno per giorno un poco della sua vita e questo avveniva ogni mattina.
Pinuccio inizia il suo racconto: Il suono delle campane segna l’inizio delle mie giornate. Vivo in un luogo piccolissimo, dove si dorme, si mangia e si conserva i nostri scarsi averi. La mia casa ha solo un cassone dove riporre la biancheria ed il vestiario, la tavola, qualche contenitore per i cereali o per il vino un filatoio,un telaio e una stalla per i miei animali.
Ho dieci figli tra cui una bambina di nome Maria Antonietta con le treccine bionde e due occhietti blu che brillano su una faccina un po' sporca.
La bambina veniva spesso a trovarmi e, tirato su il secchio, prendeva l'acqua che portava a sua madre per preparare la cena. Di tanto in tanto un uccellino si avvicinava alla bambina e, approfittando di qualche sua distrazione, si abbeverava nel secchio. Così facendo, una volta, gli caddero dei semini, che erano rimasti intrappolati tra le ali, che avevano una strana forma allungata. La bambina li prese e decise di piantarli. E tutte le volte che attingeva a me, innaffiava quei semi che poi divennero piantine e poi delle bellissime piante con fiori viola e bianchi. Quella bambina crebbe e si dedicò a curare sempre più piante. E il suo giardino divenne il più bello e colorato del vicinato.
Da allora sono il più felice pozzo del mondo

P.S. Questo racconto l'ho scritto e narrato durante le visite nei "giardini segreti" in occasione della Festa delle Storie 2015.

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