Era
una bella e fresca domenica mattina, Maria era con i suoi amici in
giro per le campagne, in una delle più belle zone di Puglia,il salento.
I
ragazzi avevano deciso di trascorrere la giornata nella natura, per
respirare aria fresca e pura, e per riscoprire il loro territorio.
Quì era tutto magico per loro che ci erano nati. Si ricordavano ogni
volta dei tempi in cui da bambini passeggiavano per le stradine del
posto, giocando, correndo, nascondendosi tra gli alberi.
Di
lì a poco si aggiunsero a Maria ed i suoi amici altri ragazzi che
volevavo capire cosa rendesse fantastico questo luogo, tanto da
innamorarsene subito.
Allora
Maria chiese a tutti gli altri di seguirla in silenzio, voleva che
tutti ascoltassero il cinguettio degli uccelli nascosti, il fruscio
delle foglie degli alberi, che sentissero il profumo che emanava la
terra quando si faceva scivolare tra le dita, o delle orchidee,
l'odore del mirto, della menta,del rosmarino, del corbezzolo, o delle
more: tutti profumi e colori che inebriavano chi veniva in queste
campagne procurando in loro un senso di pace, equilibrio, solitudine,
tranquillità.
Ma
Maria voleva far conoscere a tutti il “re dei re”: l'albero di
ulivo, un testimone di storia secolare, un custode di amore.
Si
avvicina quindi ai ragazzi e sussurra nel loro orecchio: “guardate,
questi sono la nostra vera ricchezza, i loro tronchi nascondono anni
ed anni di storia, mai nessuno li ha toccati e nessuno si è permesso
di sradicarli dalla loro casa”.
Mentre
camminavano nella campagna, improvvisamente Maria si ferma davanti ad
un gigante e mormora: “quest'albero è stregato, ogni volta che ci
passo vicino, sembra che mi voglia dire qualcosa, lo sento quasi
piangere”.
Ed
ecco infatti che anche questa volta l'albero sembra che voglia confidare
qualcosa a tutti loro. Maria si avvicina e, l'albero allunga
uno dei suoi infiniti rami e cerca di accarezzarla tra le lacrime e
le dice: “Io non voglio morire, ne ho passate tante in questi
secoli ma purtroppo mi vogliono uccidere ma io non voglio” e
aggiunse “Ti prego ora abbracciami.Io voglio sentirmi ancora utile,
voglio dare tanto amore a chi mi custodisce, voglio ascoltare le
confidenze di chi ha bisogno di sfogarsi, voglio giocare con i
bambini e vederli correre, voglio che le altalene continuino ad
oscillare tra i miei rami, voglio sentire gli abbracci di chi mi ama,
voglio vedere i contadini che mi curano come se fossi un loro figlio,
voglio essere il riparo per chi si nasconde dal sole o per chi si
vuol riposare sdraiato ai miei piedi, voglio essere il testimone di
baci tra due amanti”.
Sentendo
quest' appello,Maria ad un tratto comincia a piangere insieme ai suoi
amici, i quali abbracciano l'albero tutti insieme e gli promettono
una cosa: “nessuno di qua ti manderà via”.
Quando
l'albero vede la loro reazione, si mette a piangere anche lui facendo
cadere tutti i suoi frutti e li abbraccia con i suoi rami, creando
quasi un grande cuore.
Quest'abbraccio
fu la consacrazione del loro patto.
“Gli
alberi di ulivi sono la nostra vita, la nostra identità. Se solo uno
di loro viene sradicato, sembra come se noi fossimo sradicati dalla
nostra casa” aggiunge uno dei ragazzi.
E
così Maria ed i suoi amici andarono via tristi ma al tempo stesso
felici di questa giornata fantastica, ricca di emozioni perchè
custodi e messaggeri di un grande messaggio d'amore.
P.S. Racconto selezionato al Concorso Letterario "Racconti pugliesi",verrà pubblicato nell'antologia edita da
Historica Edizioni
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