giovedì 25 maggio 2017

L'abbraccio

Era una bella e fresca domenica mattina, Maria era con i suoi amici in giro per le campagne, in una delle più belle zone di Puglia,il salento.

I ragazzi avevano deciso di trascorrere la giornata nella natura, per respirare aria fresca e pura, e per riscoprire il loro territorio. Quì era tutto magico per loro che ci erano nati. Si ricordavano ogni volta dei tempi in cui da bambini passeggiavano per le stradine del posto, giocando, correndo, nascondendosi tra gli alberi.

Di lì a poco si aggiunsero a Maria ed i suoi amici altri ragazzi che volevavo capire cosa rendesse fantastico questo luogo, tanto da innamorarsene subito.

Allora Maria chiese a tutti gli altri di seguirla in silenzio, voleva che tutti ascoltassero il cinguettio degli uccelli nascosti, il fruscio delle foglie degli alberi, che sentissero il profumo che emanava la terra quando si faceva scivolare tra le dita, o delle orchidee, l'odore del mirto, della menta,del rosmarino, del corbezzolo, o delle more: tutti profumi e colori che inebriavano chi veniva in queste campagne procurando in loro un senso di pace, equilibrio, solitudine, tranquillità.

Ma Maria voleva far conoscere a tutti il “re dei re”: l'albero di ulivo, un testimone di storia secolare, un custode di amore.

Si avvicina quindi ai ragazzi e sussurra nel loro orecchio: “guardate, questi sono la nostra vera ricchezza, i loro tronchi nascondono anni ed anni di storia, mai nessuno li ha toccati e nessuno si è permesso di sradicarli dalla loro casa”.

Mentre camminavano nella campagna, improvvisamente Maria si ferma davanti ad un gigante e mormora: “quest'albero è stregato, ogni volta che ci passo vicino, sembra che mi voglia dire qualcosa, lo sento quasi piangere”.

Ed ecco infatti che anche questa volta l'albero sembra che voglia confidare qualcosa a tutti loro. Maria si avvicina e, l'albero allunga uno dei suoi infiniti rami e cerca di accarezzarla tra le lacrime e le dice: “Io non voglio morire, ne ho passate tante in questi secoli ma purtroppo mi vogliono uccidere ma io non voglio” e aggiunse “Ti prego ora abbracciami.Io voglio sentirmi ancora utile, voglio dare tanto amore a chi mi custodisce, voglio ascoltare le confidenze di chi ha bisogno di sfogarsi, voglio giocare con i bambini e vederli correre, voglio che le altalene continuino ad oscillare tra i miei rami, voglio sentire gli abbracci di chi mi ama, voglio vedere i contadini che mi curano come se fossi un loro figlio, voglio essere il riparo per chi si nasconde dal sole o per chi si vuol riposare sdraiato ai miei piedi, voglio essere il testimone di baci tra due amanti”.

Sentendo quest' appello,Maria ad un tratto comincia a piangere insieme ai suoi amici, i quali abbracciano l'albero tutti insieme e gli promettono una cosa: “nessuno di qua ti manderà via”.

Quando l'albero vede la loro reazione, si mette a piangere anche lui facendo cadere tutti i suoi frutti e li abbraccia con i suoi rami, creando quasi un grande cuore.

Quest'abbraccio fu la consacrazione del loro patto.

Gli alberi di ulivi sono la nostra vita, la nostra identità. Se solo uno di loro viene sradicato, sembra come se noi fossimo sradicati dalla nostra casa” aggiunge uno dei ragazzi.

E così Maria ed i suoi amici andarono via tristi ma al tempo stesso felici di questa giornata fantastica, ricca di emozioni perchè custodi e messaggeri di un grande messaggio d'amore.

P.S. Racconto selezionato al Concorso Letterario "Racconti pugliesi",verrà pubblicato nell'antologia edita da Historica Edizioni

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